BANCHE: ECCO COSA DICEVA EINAUDI. SDL CENTROSTUDI A FIANCO DEI CORRENTISTI ITALIANI.

Cosa avrebbe detto Luigi Einaudi delle nuove bozze di regolamentazione dei NPL proposte dalla BCE? Nicola Porro, in questo articolo  analizza la situazione, confrontandola con il pensiero dell'economista Einaudi. 



L’aspetto più importante della nuova bozza di regolamento è legato alla polemica tra le autorità bancarie italiane e i fautori delle prime bozze pensate a Francoforte, sostenute in parte anche dal Parlamento Europeo. Secondo quanto sostenuto dagli istituti di credito italiani, supportati dal Ministero dell’Economia, rendendo troppo stringenti i parametri si rende più difficile prestare soldi ai risparmiatori e alle imprese.

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Luigi Einaudi, in La difficile arte del banchiere (Laterza), scriveva: «Il rapporto tra capitale e depositi è uno solo dei fattori di sicurezza della banca. A parità di altre condizioni, se due banche hanno ambedue 10 milioni di depositi sembra più sicura quella che possiede 5 milioni di capitali propri di quella che ne possiede soltanto uno. Il guaio è che le altre condizioni possono essere tali e tante che la cifra aritmetica del capitale finisce di perdere ogni importanza». Einaudi, insomma, non ragiona da contabile. Anche se le sue considerazioni contengono sempre numeri e sono lineari. «È difficile che una banca fallisca perché aveva un capitale troppo scarso in confronto ai depositi; mentre il fallimento è dovuto di solito al fatto che i dirigenti hanno amministrato male il capitale piccolo ed i depositi grossi; ed avrebbero ugualmente amministrato male il capitale grosso e i depositi scarsi. La vera garanzia dei depositi non sta nell'esistenza di un notevole capitale; poiché il capitale può essere stato ingoiato da male speculazioni e da cattivi affari, così come furono ingoiati depositi. Ma sta nell'esistenza di attività sicure, di buoni valori di impiego contro i depositi e contro capitale; ed è tale garanzia codesta che dipende dalla capacità e dall'onestà degli amministratori, né può essere creata da empirici rapporti aritmetici fra capitali depositi». 

Questo il pensiero di Einaudi, uno dei più grandi banchieri italiani. Se le critiche italiane alle proposte della BCE, si ispirano a persone simili, saranno allora forse in grado di scardinare la tendenza europea di considerare tutto come un semplice rapporto aritmetico fra debito e credito. Il problema non è il capitale, ma chi lo amministra. E l’Italia è piena di esempi in cui le banche sono fallite per condotte spericolate degli amministratori. SDL Centrostudi si è sempre schierata in prima linea contro i reati bancari, siano essi anatocismo e usura bancaria, o la vendita di obbligazione subordinate in modo fraudolento.


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