PERCHÉ LE BANCHE VOGLIONO DIVENTARE CONSULENTI DI STRATEGIE AZIENDALI?

L’obiettivo delle banche, superata la crisi finanziaria, è quello di evolversi, affiancando i clienti non solo più come consulenti finanziari, ma come consulenti strategici che lo affiancano in tutti i passaggi strategici che riguardano la sua vita e l’attività di business. Abbiamo chiesto all'avvocato Serafino Di Loreto, famoso avvocato bresciano, sempre in prima linea con l'azienda da lui fondata per restituire dignità e rispetto ai diritti di centinaia di migliaia di persone costrette giornalmente a fare i conti con le anomalie bancarie, cosa pensa di questo cambio di paradigma. Ecco quale è stata la sua risposta. 



Avvocato di Loreto, cosa pensa di questo cambio di strategia delle banche? 
Lo scopo finale delle banche è passare da un servizio di investimenti classici a una vera e propria struttura di wealth management, che punta a mettere le esigenze del cliente al centro della relazione con i consulenti finanziari, delle loro scelte di investimento e delle società di gestione patrimoniale. Purtroppo dobbiamo essere sempre vigili, perché le banche non sono l'Esercito della Salvezza, ma tendono a voler fare profitto. Ricordo che Sono oltre 550 miliardi i debiti accumulati dai cittadini italiani. E ben tre volte tanto quelli che spezzano quotidianamente le spalle - ahinoi, non più così larghe – delle imprese nazionali. Di questi, una buona parte consistono in mutui e leasing viziati da anatocismo e usura, oggetto di processi civili e penali in cui, troppo spesso, si ha conferma che a essere in debito con contribuenti e clienti sono, rispettivamente, proprio il Fisco e le banche. 
Anche se le attività di cui le banche intendono occuparsi avranno un basso assorbimento di capitale rispetto ad esempio alla concessione di prestiti al segmento retail che, anche a causa dei NPL, tutto quanto è soggetto di maggiori attenzioni da parte delle istituzioni europee. 

Premetto una cosa: ci sono anche banche che si comportano correttamente con i propri correntisti  e il sistema bancario (così come funzionava vent'anni fa) è stato sempre utile per il tessuto sociale e imprenditoriale del Paese. Il wealth management è utile anche in caso di vendita di aziende, dato che con l’ausilio di specialisti è possibile valutare se l’offerta di acquisto ricevuta è adeguata e l’impatto fiscale sul suo patrimonio può aiutare a consolidare una relazione, con la possibilità poi che il cliente affidi la somma incassata alla medesima società per programmare l’investimento. 
E poi è cambiato qualcosa nella relazione banca-cliente
Già,  le cose sono cambiate negli ultimi 10-15 anni.  Otto anni fa, dopo aver perso un caro amico imprenditore che ha scelto una soluzione estrema per uscire dalla morsa delle banche, decisi che dovevo fare qualcosa di urgente. Scesi in prima linea per accertare la verità; un clamoroso capovolgimento: con perizie e argomentazioni, che il vero debitore era in realtà l’istituto di credito, reo di aver illecitamente sottratto negli anni silenziosamente al cliente ingenti somme per via di anatocismo e usura. Da lì si è aperto un mondo a favore dei vessati. È cominciato tutto così: condizioni disastrose che accomunano attualmente milioni di italiani, privati e imprese.

Come cambierà lo scenario italiano?
In Italia durante il 2016 sono stati investiti 4.500 miliardi di dollari in attività finanziarie, e il mercato è fra i più maturi a livello europeo, quindi l’ampliamento dei servizi offerti consente di fronteggiare il rallentamento della crescita nell’acquisizione di nuovi asset. Fra l’altro offrire servizi di carattere fiscale e tributario richiede competenze specialistiche che spesso molti istituti si affidano ad avvocati commercialisti affinché apportino la loro esperienza, specie in un contesto normativo come quello attuale in continua evoluzione.  Inoltre con il debutto della direttiva Mifid 2, che impone una serie di regole di trasparenza, a cominciare dai costi, le società dovranno comunicare l’ammontare in euro del costo di un fondo comune, non solamente la percentuale. Ciò fa prospettare una battaglia sui prezzi fra i vari istituti che si occupano di wealth management.

C'è da dire che all’inizio del 2019 ci sarà l'obbligo di fatturazione elettronica per tutti e non più solo per i titolari di partita Iva che intrattengono rapporti commerciali con le Pubbliche Amministrazioni. Il business del private banking ha compiuto un clamoroso scatto tra 2014 e 2015, per poi continuare a crescere con continuità nei due anni successivi.

E noi saremo qui ad osservare al fianco di correntisti,  risparmiatori e imprese sovraindebitate. SDL Centrostudi è infatti da tempo impegnata, specie per chi giace in condizioni di sovraindebitamento, nel poter effettuare pre-analisi gratuite per verificare appunto a livello preliminare/preventivo la possibilità di accedere alle soluzioni offerte dalla Legge 3/2012, meglio nota anche come ‘salva suicidi’: provvedimento procedurale che consente alle persone e famiglie giacenti in gravissime e insormontabili difficoltà finanziarie e di rinascere umanamente e professionalmente una seconda volta.



PERCHÉ LE BANCHE VOGLIONO DIVENTARE CONSULENTI DI STRATEGIE AZIENDALI? PERCHÉ LE BANCHE VOGLIONO DIVENTARE CONSULENTI DI STRATEGIE AZIENDALI? Reviewed by Redazione on mercoledì, marzo 07, 2018 Rating: 5

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