Pianezza torna al Salone del Libro: perché investire in cultura fa bene all'economia locale


Ogni euro investito in cultura può generare un ritorno economico compreso tra 2,5 e 5 euro. Non si tratta di uno slogan, ma di una stima ormai consolidata da diversi studi e analisi economiche. Il valore della cultura, infatti, non si esaurisce nella sua funzione educativa o simbolica: è anche un potente volano per il turismo, l’occupazione e l’attrattività territoriale. Per comuni di medie dimensioni come Pianezza, situato nella Città Metropolitana di Torino, la cultura può rappresentare un asset strategico per lo sviluppo locale.

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Cultura, turismo e occupazione: un circolo virtuoso

I benefici economici della cultura si articolano su più livelli. Il primo e più evidente è quello legato al turismo culturale, che porta con sé ricadute positive sull’intera filiera dell’accoglienza: alberghi, ristoranti, trasporti, attività commerciali. Manifestazioni come il Salone del Libro di Torino o il Salone OFF sono esempi di come eventi culturali ben progettati possano attrarre migliaia di visitatori da tutta Italia e dall’estero, generando un indotto misurabile.

In secondo luogo, la cultura crea occupazione diretta e indiretta. Gestori di musei, bibliotecari, tecnici del suono, scenografi, operatori culturali, comunicatori: il settore culturale è un bacino occupazionale trasversale, in continua evoluzione, e sempre più integrato con le nuove tecnologie e il digitale.

Infine, c’è un impatto meno tangibile ma altrettanto importante: la valorizzazione dell’identità territoriale. Un comune che investe in cultura migliora la propria immagine, attrae nuovi residenti e imprese, diventa più competitivo e vivibile.

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La spesa culturale a Pianezza: bene le scelte degli ultimi due anni 

Secondo i dati riportati da Openpolis, la media nazionale della spesa pro capite dei comuni italiani per la tutela e la valorizzazione dei beni e delle attività culturali è di 29,43 euro. Questa cifra varia molto da città a città: Firenze arriva a spendere 145,96 euro pro capite, Trieste oltre 121 euro, mentre città come Napoli o Bari si collocano sotto i 40 euro.

Per Pianezza, che conta circa 15.000 abitanti, la spesa culturale pro capite secondo studi indipendenti tra i 25 e i 30 euro, dunque coerente, addirittura leggermente sotto la media nazionale. Per quello che Pianezza ha fatto negli ultimi due anni si tratta di scelte oculate. Una cifra comprensibile per un comune di queste dimensioni, ma che suggerisce un margine di crescita significativo, soprattutto alla luce del potenziale economico della cultura.


In foto: gli studenti delle scuole dell'Arca e dell'Istituto comprensivo al Salone Internazionale del Libro 

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Ritorni economici: un investimento, non una spesa

Gli studi condotti da Today.it (2019) e da Startmag (2017) mostrano che ogni euro investito in cultura genera tra 2,5 e 5 euro di ritorno. Questo effetto moltiplicatore si verifica soprattutto nei territori che sanno valorizzare la propria offerta culturale in modo integrato, collegando eventi, infrastrutture, promozione turistica e coinvolgimento della cittadinanza.

Per Pianezza, un ROI (ritorno sull’investimento) medio di 3 euro per ogni euro speso può essere considerato una stima prudente ma realistica. Anche in assenza di grandi attrattori turistici, un calendario culturale ben pianificato, magari in sinergia con le istituzioni culturali torinesi, può generare ricadute importanti in termini di visibilità, afflusso di visitatori e dinamismo economico.

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Eventi locali e territorio: leve di crescita

Il Palio di Pianezza, ad esempio, rappresenta un appuntamento di richiamo locale che può essere ulteriormente valorizzato, attirando visitatori dai comuni limitrofi e contribuendo a rafforzare l’identità cittadina. La partecipazione al Salone del Libro di Torino, menzionata sul sito comunale e diffusa attraverso le testate locali e nazionali, è un ulteriore segnale dell’interesse della città per il mondo della cultura e della lettura.




Essere parte di una regione a forte vocazione culturale come il Piemonte è un’opportunità da cogliere. La prossimità con Torino e con i suoi circuiti culturali può trasformarsi in una rete di collaborazioni che consenta anche a comuni più piccoli di amplificare l’impatto delle loro iniziative.

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La cultura come fattore di attrattività urbana

Investire in cultura significa anche investire in qualità della vita. Biblioteche, rassegne, mostre, spettacoli, spazi pubblici rigenerati grazie ad attività artistiche rendono i luoghi più vivibili, stimolano la partecipazione civica e rafforzano il senso di appartenenza. In un’epoca in cui i comuni competono per attrarre nuovi abitanti e trattenere i giovani, la cultura può fare la differenza.

Non è un caso che molte amministrazioni locali, anche di piccole dimensioni, stiano rivedendo le proprie priorità di bilancio per includere progetti culturali innovativi e inclusivi, capaci di generare effetti positivi a lungo termine.

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Pianezza può crescere con la cultura

Pianezza ha tutte le carte in regola per rafforzare il proprio ruolo culturale nel panorama metropolitano torinese. Un incremento mirato della spesa pro capite in cultura – magari in linea con la media nazionale o poco sopra – può rappresentare un investimento strategico per la crescita economica e sociale del territorio.

I benefici attesi non sono solo economici, ma anche relazionali, educativi, turistici e simbolici. Per coglierli appieno, è necessario dotarsi di una visione culturale integrata, capace di connettere istituzioni, scuole, imprese, associazioni e cittadini. In questo modo, la cultura smette di essere un costo per diventare quello che è realmente: una risorsa fondamentale per lo sviluppo sostenibile del territorio.


Redazione Finanza & Business


Pianezza torna al Salone del Libro: perché investire in cultura fa bene all'economia locale Pianezza torna al Salone del Libro: perché investire in cultura fa bene all'economia locale Reviewed by Redazione on venerdì, maggio 02, 2025 Rating: 5

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