Milano, inchieste sull’urbanistica: dalle ipotesi di abuso edilizio alla corruzione
Nuovi sviluppi nelle indagini della Procura: sei richieste di arresto e il coinvolgimento di ex assessori e dirigenti comunali.
Nuovi sviluppi nelle indagini della Procura: sei richieste di arresto e il coinvolgimento di ex assessori e dirigenti comunali.
L’inchiesta sulla gestione urbanistica a Milano compie un salto di qualità. Dai primi filoni che contestavano reati come abuso edilizio, lottizzazione abusiva, abuso d’ufficio (poi abrogato) e falso, la Procura è arrivata a ipotizzare episodi di corruzione. Una svolta che ha già portato a misure cautelari: lo scorso marzo un ex dirigente comunale era finito ai domiciliari con le accuse di falso e depistaggio. Ora, il 16 luglio, sono arrivate sei nuove richieste di arresto, in cui ai reati già ipotizzati si aggiungono corruzione e induzione indebita.
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Le accuse di falso
Al centro delle contestazioni ci sono le nomine nella Commissione Paesaggio, organo chiave per i pareri sulle grandi operazioni edilizie. Secondo i pm, l’ex presidente non avrebbe dichiarato i propri conflitti di interesse con progettisti e imprese, dando vita a quello che gli inquirenti definiscono un “Pgt ombra”. A conoscenza della situazione sarebbe stato anche un ex assessore alla Rigenerazione urbana, che ne avrebbe promosso la riconferma con l’avallo dell’allora sindaco, anch’egli indagato in concorso. Un’accusa simile viene mossa anche a un ex componente della stessa Commissione.
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Otto episodi di corruzione
Il cuore dell’inchiesta riguarda però i presunti rapporti corruttivi. L’ex presidente, con il contributo dell’assessore, avrebbe stretto un accordo con un manager di una società di ingegneria per orientare i pareri della Commissione su progetti di grande rilievo, come quello nell’area Bovisa. In cambio, avrebbe ricevuto quasi 370mila euro attraverso il dirigente, considerato collettore delle cosiddette “mazzette-parcelle”.
Altre ipotesi di corruzione riguardano interventi in diverse zone centrali della città e presunte somme ottenute per operazioni immobiliari strategiche, tra cui la riconversione di aree dismesse e la realizzazione di nuovi complessi residenziali e direzionali. Le contestazioni parlano complessivamente di oltre 3 milioni di euro incassati da esponenti della Commissione grazie a rapporti con diversi imprenditori del settore edilizio.
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L’induzione indebita
Un capitolo a parte riguarda l’ipotesi di induzione indebita. Secondo i magistrati, l’ex assessore avrebbe interferito nelle valutazioni della Commissione tra marzo e ottobre 2023, spingendo il presidente a favorire un grande progetto edilizio destinato a ridisegnare lo skyline cittadino. L’obiettivo, secondo la ricostruzione, sarebbe stato quello di garantire vantaggi economici a una società immobiliare e al suo progettista di fama internazionale. Tuttavia, su questo punto, il gip ha respinto l’impianto accusatorio, scagionando gli indagati da tale accusa.

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